Come dimostrato dallo studioso canadese John Rupert Martin (The Farnese Gallery) questi piccoli affreschi non sono in rapporto di continuità narrativa con il ciclo della Galleria, ma vanno connessi piuttosto alle imprese di quattro membri della stirpe dei Farnese che compaiono nella sala, ripetutamente su tutte e due le pareti, proprio sotto ognuna delle storiette. Anche le molteplici campagne di riproduzione grafica del ciclo farnesiano sono un eloquente segno del successo riscosso dall'opera. Gli Amori degli dèi inscenati sulla volta si articolano in tredici scene narrative – cui si aggiungono le storie contenute nei medaglioni in finto bronzo – distribuite secondo la ripartizione che segue[23]. Per i sostenitori della funzione epitalamica degli affreschi farnesiani questo cambiamento potrebbe essersi verificato a causa del concretizzarsi dei propositi matrimoniali di Ranuccio e Margherita[31] con la conseguente decisione di dare alla decorazione della Galleria, e in special modo al suo riquadro principale, funzione celebrativa di questa unione[32]. Da ultimo è stato proposto che nel Trionfo marino della Galleria debba individuarsi una raffigurazione di Venere condotta sul mare ad una cerimonia nuziale[57]. Nell'affresco con Perseo e Fineo, parte della critica ha visto il maggior punto d'approdo dell'evoluzione di Annibale verso quello che è stato definito stile ideale, caratterizzato dalla ricerca della perfezione del disegno e del rigore della forma, stile cui sono improntanti gli ultimi anni della sua vicenda artistica. Sul piano compositivo il baccanale di Annibale è debitore di quelli di Tiziano, raffiguranti Bacco e Arianna e il Baccanale degli Andrii, e di Dosso Dossi – il Trionfo di Bacco in India (ora a Mumbai) – realizzati per i Camerini d'alabastro di Alfonso I d'Este, duca di Ferrara[25]. Gli affreschi della Galleria Farnese, un ambiente di Palazzo Farnese a Roma, sono un'opera di Annibale Carracci portata a compimento, in più riprese, tra il 1597 e il 1606-1607. Non si può affatto escludere, quindi, che i due amorini che si affrontano negli spicchi del soffitto della Galleria siano, non già l'amor profano e l'amor sacro della lettura belloriana, ma Eros e Anteros nell'accezione classica – e non moralizzata – dei due. Sullo sfondo (a sinistra) si scorge una veduta dell'Etna in eruzione: è una citazione letterale da Ovidio il quale racconta (tramite Galatea) che al clamore suscitato dalla furia del ciclope il vulcano rabbrividì. Altro chiaro segno della fama guadagnata al Carracci dal ciclo della Galleria[85]. Ancor più rilevanti furono le stampe di Carlo Cesi (1657) – le cui incisioni sono commentate dal Bellori – e di Pietro Aquila (1677)[84]. Il gigante è colto dall'ira e procuratosi un masso lo scaglia verso i due che intanto si sono dati alla fuga. Tra le ipotesi più recenti vi è quella che assegna l'invenzione della volta ad ambienti bolognesi legati all'Accademia dei Gelati[21] (sodalizio felsineo di umanisti e poeti), ovvero che il ciclo farnesiano debba essere messo in relazione alla produzione filosofica e letteraria di Pomponio Torelli, uomo di cultura parmense, per un certo tempo legato a Ranuccio Farnese[22]. L'invocazione era stata esaudita ma, non avendo Aurora specificato questo aspetto, Titone, pur divenuto immortale, non cessava di invecchiare. In realtà, sui muri della Galleria Farnese Annibale, nei suoi dipinti pieni di luce e colore, dove gli dèi dell'Olimpo si affannano, gioiscono e si disperano sotto il dominio dell'amore, ha riportato alla vita quei marmi, bellissimi ma freddi, giunti dal passato. L'eroe si rivolge ai disperati genitori della principessa e promette loro di salvare Andromeda se essi gliela daranno in sposa. Nelle versioni più antiche del mito di Endimione, questi è amato da Selene. Uno, col dito sulla bocca, intima al suo compagno di fare silenzio per non disturbare il sonno di Endimione, l'altro «con lo strale in mano gode e ride, vedersi la più casta dea soggetta» (Bellori). Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario, Palazzo Ruccellai – Leon Battista Alberti – Analisi, Spedale degli Innocenti – Brunelleschi – Analisi. Sintesi espressa dalla compresenza nello stesso corteo della Venere Celeste (Arianna) – simbolo dell'amore spirituale – e della Venere Terrena (la figura femminile seminuda, sdraiata in basso a destra) – simbolo dell'amore sensuale[29]. Ciclo cui, data la vicinanza tematica con l'impresa cui si accingeva, Annibale guardò anche per trarvi soluzioni iconografiche e compositive[6]. In merito all'ideazione dell'impresa di famiglia si conserva nella Royal Library di Windsor Castle un foglio di disegni in cui si vede un'orsa - allusiva all'omonima costellazione - trafitta da frecce e su cui compaiono i nomi di vari membri della famiglia Carracci e il motto Inmortale. The Renaissance Gardens tour: Palazzo Farnese and more (From $187.26) Shore excursion from Civitavecchia Port to Viterbo and its Villas (From $369.67) Private Full-Day Tour Civita di Bagnoregio with Wine Tasting and Lunch Included (From $1,716.28) Ulteriori possibili allusioni al tema nuziale sono il riferimento al dono prezioso e all'unione con Elena che Paride otterrà dopo aver consegnato il pomo a Venere. Probabilmente per la posa del gigante Annibale si rifece al suo precedente affresco di Palazzo Fava a Bologna (parte del fregio con le Storie di Enea) in cui il ciclope, con gesto molto simile a quello che si osserva nella Galleria, scaglia dei tronchi d'albero sulla flotta dei Troiani. Varie ipotesi sono state formulate in merito – proponendosi i nomi di Fulvio Orsini o, almeno per una parte del programma iconografico, di Giovanni Battista Agucchi –, ivi compresa l'attribuzione dell'ideazione iconologica delle scene ad Agostino Carracci[20], ma nessuna di esse è ad oggi suffragata da prove documentali. Alcuni inventari farnesiani attestano, infatti, che vi erano collocati degli strumenti musicali. Pur spettando senza dubbio ad Agostino Carracci, in questa scena marina alcuni autori hanno individuato degli interventi di Annibale: si tratterebbe in particolare del putto in basso (spostato un po' a destra) che nuota a fianco di un pesce e del tritone a destra che suona in una conchiglia usata a mo' di buccina. Giunone per riuscire nell'impresa si è impossessata, con un inganno, del cinto magico di Venere (nell'affresco lo cinge appena sotto il seno), indumento capace di fornire a colei che lo indossa una forza seduttiva cui nessuno può resistere. La Villa Farnesina in via della Lungara a Roma, nel cuore di Trastevere, è una delle più nobili e armoniose realizzazioni del Rinascimento italiano, commissionata da Agostino Chigi a Baldassarre Peruzzi, e affrescata con dipinti ispirati ai miti classici da Raffaello Sanzio, Sebastiano del Piombo, Giovanni da Udine, Giovanni Bazzi detto il Sodoma, Giulio Romano e Giovan Francesco Penni. Il riquadro con Giove e Giunone è tratto dall'Iliade (Libro XIV, 314-316 e 328) e raffigura il momento in cui Giunone cerca di distrarre Giove, seducendolo, dalle sorti della guerra di Troia: mentre Giunone, infatti, parteggia per i greci, il re degli dèi non vuole che nessuna divinità intervenga per favorire l'una o l'altra fazione[50]. Questi naturalmente accettano e Perseo prontamente uccide il mostro, liberando la giovane. La scena celebra la capacità seduttiva della bellezza muliebre, ma anche il lecito piacere dell'eros in una coppia, quale Giove e Giunone, unita in legittime nozze. È la posizione di Silvia Ginzburg, che sviluppa ampiamente la tesi nel saggio. Galleria immagini Carrozze Share | Musei Civici di Palazzo Farnese piazza Cittadella 29 29121 - Piacenza - Italy (mappa e contatti) ). Il recupero critico degli affreschi farnesiani, e del valore artistico di Annibale in generale, si ebbe solo nel Novecento a partire dal pionieristico studio di Hans Tieze[88] (1906), consolidato dall'importante contributo di Denis Mahon (1947). Ultimo atto della decorazione della Galleria, le pareti lunghe vennero portate a compimento intorno al 1606-1607[77]. Alla forte carica erotica dell'affresco sembra fare da umoristico contrappunto il sottostante mascherone, intento in un vistoso sbadiglio: nonostante tutto – sembra il dissacrante commento della maschera – si tratta pur sempre di un routinario amplesso coniugale. Alessandro Farnese (1468 – 1549), figlio di Pier-Luigi Farnese e Giovanella Gaetani, studiò all’Accademia di Lorenzo di Medici dove conobbe Pico della Mirandola. Mentre la nereide riesce a trarsi in salvo tuffandosi in mare, Aci è colpito dalla roccia e muore. Accorgimento cui Annibale aggiunse, per una ancor più netta definizione dei chiaroscuri di alcune parti, il ricorso a fitti tratteggi che marcano le zone più in ombra, tecnica che verosimilmente mutuò dalla pratica incisoria, di cui sia lui che suo fratello furono tra i principali maestri del loro tempo[82]. Per gli autori che leggono in chiave edonistica le storie della volta, il Trionfo marino è pertanto una delle testimonianze più significative dello spirito gaudente che caratterizzerebbe gli affreschi del soffitto della Galleria Farnese[58]. In testa alla carovana vi è il vecchio Sileno, noto satiro particolarmente devoto a bacco, è tanto saggio quanto brutto. Home > Visita > La Prospettiva > La facciata di Palazzo Capodiferro Spada. Lo stesso Annibale Carracci, inoltre, attese alla decorazione di alcuni gravicembali – i cui pannelli dipinti si trovano oggi a Londra (National Gallery) – che in effetti mostrano assonanza tematica con gli affreschi della Galleria e che forse furono realizzati proprio per essere messi qui[5]. Fineo, atterrito dal prodigio, invoca la clemenza di Perseo, ma per lui non ci sarà pietà: a sinistra nell'affresco (con qualche licenza rispetto al racconto di Ovidio) un compagno dell'eroe gira con forza la testa di Fineo, implorante in ginocchio, verso Perseo che regge la testa della gorgone. Alcuni critici moderni, infatti, hanno ipotizzato che la volta della Galleria Farnese sia stata dipinta per celebrare, con funzione epitalamica, le nozze tra Ranuccio Farnese, fratello del cardinale Odoardo, e Margherita Aldobrandini, nipote del papa Clemente VIII, celebrate il 7 maggio del 1600[15]. Se prenoti con Tripadvisor, puoi cancellare fino a 24 ore prima del tour e ricevere un rimborso completo. Nella possente figura di Ercole si colgono rimandi sia all'Ercole Farnese che al Torso del Belvedere. Pur tra i testi di apertura del filone classicista della pittura del Seicento, il Perseo e Fineo di Annibale, per la sua capacità eternare l'attimo che si evince nelle figure trasformate in pietra, ha avuto un rilevante influsso sulla scultura barocca romana. Anche le maschere della Galleria sono lo sviluppo di un'invenzione già anticipata nel fregio di Palazzo Magnani. Nel tondo di Annibale è raffigurato il momento del forzato abbraccio della ninfa che produrrà l'irreversibile unione tra i due. Essa costituisce, agli occhi degli specialisti, la più perfetta conclusione di un secolo e mezzo d’innovazioni pittoriche in Europa, prima della nascita delle grandi correnti artistiche del Seicento. Secondo alcuni studiosi l'algida bellezza di Andromeda sarebbe stata il modello seguito da Bernini per la figura di Proserpina del gruppo scultoreo raffigurante il ratto della dea da parte di Plutone[75]. La volta ha un ricchissimo apparato decorativo. Facciata di palazzo Farnese verso il 1527, vol. Forse questa prestigiosa commissione fu propiziata da Gabriele Bombasi, letterato reggiano e famigliare dei Farnese già alla corte di Parma, da Annibale conosciuto a Reggio Emilia dove il più giovane dei Carracci aveva realizzato diverse opere (nessuna più in loco)[2]. Il palazzo Farnese è uno dei gioielli del Rinascimento a Roma. La Pilotta, centro storico e civile della città di Parma Orari e Biglietti, Dove siamo, Informazioni utili La storia, le sezioni espositive e le opere Cosa accade al museo: mostre, eventi e rassegna stampa La storia, l'architettura e gli spettacoli Apollo, non essendo riuscito a resuscitare Giacinto, lo trasformò nel fiore che a lui deve il nome. Il risultato finale fu un’originale combinazione di tre sistemi diversi: quello del fregio, quello architettonico e quello a quadri riportati, cioè racchiudendo le scene affrescate in illusionistiche cornici come se fossero delle tele appoggiate al muro[5]. Irving Lavin. Come si evince da alcuni studi preparatori, Annibale, in un primo momento pensò di fare ricorso, per la compartimentazione della superficie da affrescare, ad uno schema a fregio – modalità decorativa tipicamente bolognese – che gli era particolarmente familiare, essendo quella con la quale, insieme ad Agostino e al cugino Ludovico, si era già cimentato nella decorazione di varie dimore della sua città natale[6]. Dates: April 21 – July 24, 2017 Il ciclo pittorico, il più importante della carriera di Annibale, è di carattere mitologico ed aveva come soggetto gli "Amori degli dei". Galleria fotografica Palazzo Farnese in foto Facciata principale ... Salone delle firme; Galleria dei Carracci; Presentazione; Breve cronologia di Palazzo Farnese; Su della pagina. Ulteriori studi di grande rilievo sulla decorazione di Palazzo Farnese furono la ponderosa analisi di John Rupert Martin (1965) e quelli di Charles Dempsey, mentre, nel 1971, Donald Posner dava alle stampe la sua monografia su Annibale Carracci, il primo studio sistematico moderno (e tuttora l'unico) sull'intera opera del pittore. Nel corteo marino di Galatea e le sue compagne Annibale prende, invece, a modello il Trionfo di Galatea di Raffaello (Villa Farnesina). I telamoni accoppiati in corrispondenza degli angoli si protendono uno verso l'altro in un abbraccio: è un brillante espediente col quale Annibale è riuscito a mantenere la continuità del fregio (definito dal finto cornicione retto dalle erme) nonostante la concavità della volta che alla giuntura dei lati non determina un angolo retto. Concettualmente esemplati su quelli della Cappella Sistina, i tondi della Galleria Farnese sono stilisticamente molto vicini alle lunette monocrome della Camera di San Paolo, dipinte da Correggio a Parma, che, in taluni casi, sono citate letteralmente nei medaglioni di Annibale. L'interpretazione tradizionale, proposta anche dal Bellori, individua nel dipinto una raffigurazione del trionfo di Galatea[53]. Per alcuni documenti relativi alla stuccatura delle pareti, eseguita da tale mastro Jacomo da Parma a partire dalla primavera 1603, cfr. Con ogni probabilità il progetto iniziale di Annibale Carracci, per il riquadro centrale della volta, era diverso da quello poi effettivamente portato a compimento. Visita virtuale Visitare Palazzo Farnese come se foste realmente dentro. Le pareti della Galleria furono decorate qualche anno dopo la conclusione dell'impresa della volta, a partire orientativamente dal 1603. In particolare, la prima opera parmense del Carracci fu una grande pala d'altare raffigurante una Pietà con santi (1585), eseguita per la chiesa dei Cappuccini (ora nella Galleria della città). The Palazzo Farnese was commissioned by Alessandro Farnese (1468-1549), later Pope Paul III (r. 1534-1549) around 1513. In questa illusionistica finestra irrompe il corteo che Annibale "taglia" ai lati (ad esempio dell'elefante si vede solo la testa che si affaccia), espediente col quale si fa intendere allo spettatore che egli sta vedendo solo un frammento della scena, per l'appunto ciò che in quel momento sta passando in corrispondenza dell'apertura della volta. Chiude la scena una veduta del Monte Ida, altro riferimento alla nascita di Enea, visibile alle spalle dei due protagonisti[43]. Essa costituisce, agli occhi degli specialisti, la più perfetta conclusione di un secolo e mezzo d’innovazioni pittoriche in Europa, prima della nascita delle grandi correnti artistiche del Seicento. A giudizio di alcuni studiosi l'intervento degli aiuti, tuttavia, non sarebbe l'unica spiegazione di questa differenza. Consultare tutte le condizioni di visita sul sito www.inventerrome.com (prenotazione, ecc.) Superata in tal modo (ma non da tutti gli studiosi del ciclo farnesiano[12]) la lettura moralizzante del Bellori, è stata proposta un'interpretazione assai più "semplice" delle scene della volta: esse, per l'appunto, non celerebbero nessun particolare significato morale, ma sarebbero essenzialmente una celebrazione dell'amore. I due piccoli riquadri con Callisto, inoltre, ed in particolare quello in cui la ninfa è trasformata in un'orsa da Giunone, avrebbero anche un ulteriore e peculiarissimo significato, costituendo una firma criptica di Annibale e più in generale dei Carracci. Il Bellori assegna una particolare valenza iconografica alle quattro virtù. Fineo rimanda al cosiddetto Gladiatore Borghese e al Torso del Belvedere, mentre la figura di Perseo riecheggia l'Apollo del Belvedere e le statue del Gruppo dei Tirannicidi – ennesima scultura farnesiana ora a Napoli – dalle quali deriva la severità della posa e l'accentuata tensione muscolare. Oltre a Michelangelo e al Tibaldi, un ulteriore importante riferimento seguito da Annibale è costituito dagli affreschi di Raffaello (e della sua équipe) con le storie di Amore e Psiche (Loggia di Psiche), collocati nella Villa Farnesina. Per una prima, più risalente, tesi, Agostino avrebbe raffigurato un episodio tratto dall'Asino d’oro (o Metamorfosi) di Apuleio che ha per protagonisti le divinità marine Portuno e Salacia (Libro IV)[54]. La scena, sul lato Nord, è il pendant di quella sul lato opposto con Polifemo e Galatea e ne costituisce il completamento[60]. Come pare evincersi da alcuni studi preliminari per i quali si è ipotizzata una connessione col ciclo immaginato per la Sala Grande – tra cui quello per un ritratto equestre del duca Alessandro – Annibale, forse, aveva iniziato a lavorare alla progettazione della decorazione del salone[4], ma questo progetto fu prima sospeso e poi, per ragioni ignote, definitivamente abbandonato[1]. Vi si può scorgere un riferimento alla volubilità delle cose dell'amore (un dono modesto che può sedurre anche la più casta delle dee[34]) oppure cogliervi un'allusione ai doni d'amore anche in chiave nuziale, nell'ipotesi che gli affreschi della volta siano interpretabili come la celebrazione del matrimonio di Ranuccio Farnese e Margherita Aldobrandini. Per il Bellori l'allegoria morale della favola sta nell'identificazione di Medusa con la voluttà che muta in sasso Fineo e i suoi compagni. L’esecuzione degli affreschi della Galleria Farnese iniziò verso il 1597, quando Annibale realizzò una serie di splendidi disegni che documentano anche i cambiamenti del … Tour e attività al miglior prezzo per una visita indimenticabile di Roma! Per i sostenitori della natura epitalamica degli affreschi della volta di Palazzo Farnese, la tromba di Mercurio va letta come strumento per l'annuncio delle nozze Farnese-Aldobrandini così come, nella villa di Agostino Chigi, essa annuncia l'unione tra Amore e Psiche. Il Trionfo di Bacco e Arianna rappresenta un corteo nuziale, con i due sposi – Bacco e la mortale Arianna – seduti su due carri, uno dei quali è dorato e trainato da due tigri, l'altro argentato trainato da due arieti. LE ISCRIZIONI INDIVIDUALI, PER FAMIGLIE O PICCOLI GRUPPI (MAX 5 PERSONE) SI FANNO DIRETTAMENTE SU QUESTO SITO UTILIZZANDO IL CALENDARIO ON LINE. Con gli anni, tuttavia, tra le fine del Settecento e per gran parte dell'Ottocento, la complessiva fortuna critica di Annibale Carracci, e con essa quella della Galleria Farnese, calò di molto offuscata dall'accusa di eclettismo.

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