C. Rhetorik als Philosophie: Lorenzo Valla, München 1974, p. 181: «das notwendige Sosein»; i contributi di J. Hankins e C. Celenza, si vedano i testi di derivazione autobiografica, Humanistische Reden und Vortrdge, Zweite erweiterte Auflage, Berlin 1960, pp. 1-44. G. Gentile, Il pensiero italiano del Rinascimento, 4a edizione, Firenze 1968 (l’edizione originale della raccolta è del 1937). 4L’altro episodio, non meno significativo, è molto più recente. J.G.A. Nucleo prevalente dei suoi interessi fu la cultura umanistica e rinascimentale, di cui ha messo in luce gli elementi caratterizzanti, ponendo l'accento sui problemi della 'vita civile' (L'umanesimo italiano: filosofia e vita civile nel Rinascimento, 1952). 131-196. Eugenio Garin (1909-2004) ... Fra le sue opere, Rinascite e rivoluzioni, L’Umanesimo italiano, Interpretazioni del Rinascimento, Giovanni Pico della Mirandola. Infine, nel riprendere in mano L’Umanesimo italiano di Garin, ci si sorprende a constatare come il modello complessivo dell’opera sia ancora conforme alla prospettiva storica di Gentile, che accomunava ‘Umanesimo’ e ‘Rinascimento’ in un unico complesso epocale: «L’Umanesimo – scriveva – è la preparazione, o, se si vuole, l’inizio del Rinascimento»25. 20 25 30 35 Eugenio Garin è nato a Rieti il 9 maggio 1909. In un Epilogo parimenti aggiunto, allo «schema di una filosofia teologizzante» viene contrapposta la «scienza dell’universale», che «vive come coscienza di sé in ogni concreta ricerca» (p. 278). 50 Particolarmente importante al riguardo è Billanovich, Le origini dell’Umanesimo. 9Fu, come si è detto, per controbilanciare tali assunti radicali, che Grassi patrocinò contestualmente il libro di Garin – interprete recente dell’Umanesimo nella storia della filosofia italiana – nella medesima veste linguistica della Lettera di Heidegger, mosso dall’intento, come poi scrisse Garin stesso, «di far convergere due mondi di cultura»34. Buridano, Alberto di Sassonia, Marsilio di Inghen avevano portato alle estreme conseguenze quella logica facendola poi esplodere irrimediabilmente. Nei suoi numerosi studi sull’umanesimo e sul rinascimento, ha rivalutato il dibattito filosofico tra ’400 e ’500, rintracciandovi l’intero disegno della storia culturale e civile dei due secoli. Pur lontano dalle tematiche metodologiche di cui si è detto, egli ha contribuito in modo, almeno per me, decisivo, a determinare la netta divaricazione fra l’innovativa cultura di Leonardo Bruni a Firenze fin dai primi anni del nuovo secolo, e le tradizioni scolastiche e cancelleresche ancora rappresentate dal suo maestro Coluccio Salutati. 11L’attenzione rivolta al duplice campo, parallelo e distinto, delle discipline propedeutiche e, d’altra parte, della filosofia propriamente intesa faceva tutt’uno, per Kristeller, con il monito a preservare una continuità di tradizione, entro lo stretto dominio della scuola. Per l’insofferenza di Croce verso questa e consimili allocuzioni ideologico-retoriche, che avevano come sede deputata «La Rinascita», organo del neo-istituito Istituto di Firenze, si veda la sua lettera a don Giuseppe De Luca, 30 aprile 1939: «La mia critica è rivolta a codesto centro di studi, alla gente che è posta a divulgarlo e alle scemenze che stampano» (cfr. Origini rinascimentali – critica moderna, Storiografia dell’umanesimo in Italia da Leonardo Bruni ad Annio da Viterbo. 17Per primo viene Billanovich, e cioè Petrarca. E. Garin, Il Rinascimento cit., p. 11. Professor at the University of Florence since 1950. 20 E. Garin, Der italienische Humanismus. 55 F. Petrarca, Rerum memorandarum libri. 13 E. Garin, Giovanni Pico della Mirandola. L'umanesimo italiano. 59 Cfr. Prossime uscite . Erfindung und tradiertes Wissen in den Kunsten der italienischen Renaissance, ed. Dal Rinascimento all’Illuminismo , Roma Firenze 2011, pp. La filosofia non “scolastica” dell'umanesimo ebbe la caratteristica specifica di spostare l'attenzione e la riflessione dalla teologia al “mondo dell'uomo”, alla “città”; si tratta di una filosofia che usa strumenti come l'arte, la poesia, la retorica. Eugenio Garin (1953) I testi vogliono dare un’idea di quanto ci fu di fondamentale e di caratteristico negli studiahumanitas come si affermarono in Italia nel 400, prima di ogni deviazione e degenerazione. P. Donatelli, Grassi cit., p. 608. I, p. xiii. 28 Cfr. «Trionfo dell’umana spiritualità», è detta l’epoca del Rinascimento in genere18; e tale tema percorre anche la Storia della filosofia, scritta fra il 1940 e il 1942 per la «Storia dei generi letterari italiani» della Vallardi, a sostituzione di quella lasciata incompiuta da Gentile, e pubblicata solo nel 194719. Vol. Sui tempi e sui modi, naturalmente, la ricerca rimane aperta. Revised one volume edition, with an Epilogue. E. Garin, Cronache di filosofia italiana (1900-1943), Bari 1955 (seconda edizione definitiva, ivi 1959). Di Baron si dirà poi. Baron, studioso tedesco che, al pari di Kristeller, apparteneva alla diaspora accademica negli Stati Uniti, fin dagli anni Venti, e particolarmente in una silloge di scritti di Leonardo Bruni (1928), aveva insistito sul concetto di ‘Umanesimo civile’ (o «Bürgerhumanismus»): un Umanesimo cioè, che, contro gli eccessi di individualismo al modo di Burckhardt, si integrasse nelle vecchie buone strutture del Comune cittadino, fino a riconoscersi, di fronte alla minaccia per la libertà rappresentata dal dispotismo egemonico del potere visconteo di Milano, nel repubblicanesimo ideale dell’antica Grecia e di Roma. Abbiamo così veduto Valla posto al centro della rivalità eterna di retorica e filosofia42; ovvero, addirittura, come il pensatore religioso che con la retorica contribuisce a liberare la teologia cristiana dall’invasiva dialettica aristotelica del Tomismo43; mentre, come già si è avuta occasione di dire, una studiosa tedesca sulle tracce di E. Grassi, giungeva a distillare dalla retorica valliana (che supponeva in realtà una filosofia precocemente empirica e utilitaristica) l’oggettività necessitante dell’Essere di Heidegger44. Eugenio Garin – L'umanesimo italiano 1. L'umanesimo italiano: Filosofia e vita civile nel Rinascimento by Eugenio Garin 3.68 avg rating — 22 ratings — published 1952 — 2 editions 45 Mi ricollego qui a quanto scritto in R. Fubini, Renaissance Humanism and its development in Florentine civic culture, in Palgrave advances in Renaissance historiography cit., pp. Fu da tale esperienza che Kristeller fu indotto all’esplorazione sistematica di quell’autentico mondo sommerso che era in tutta la sua estensione italiana ed europea l’Umanesimo rinascimentale. 339-394. Biogr. 195-214; e R. In partihus infidelium cit., pp. Born at Rieti, Garin studied philosophy at the University of Florence, graduating in 1929, and after a period as professor of philosophy at the liceo scientifico Stanislao Cannizzaro in Palermo and the University of Cagliari, Garin began teaching at his alma mater in 1949 until 1974, then moving to the Scuola Normale di Pisauntil his … 1-16; M. King, Iter Kristellerianum: the European Journey (1905-1939), in «Renaissance Quarterly», XLVII (1994), pp. Alberti, che lo stesso Garin avrebbe provveduto a capovolgere in saggi a noi più vicini: «L’inno alla dignità dell’uomo, sciolto nel secondo libro della Famiglia, esprime veramente uno dei grandi temi di tutta l’opera dell’Alberti» (p. 348). Raggianti R., Gilson e Garin: i tempi di un confronto, in (a cura di) Catanorchi O. – Lepri V., Eugenio Garin. Fondatore nel dopoguerra di un ‘Centro internazionale di studi umanistici’, vi organizzò numerosi convegni, quali ad esempio Umanesimo e machiavellismo (Padova 1949); Umanesimo e scienza politica (Milano 1951); Umanesimo e simbolismo (Padova 1958); Umanesimo ed esoterismo (Padova 1960). Storia e geografia dell’Italia del Cinquecento nella “Descrittione” di Leandro Alberti, a cura di M. Donattini, Bologna 2007, pp. Il capitolo più significativo, il terzo, Il concetto dell’uomo nel Rinascimento, risale al 1916. 48 Cfr. Problemi e studi di ieri e di oggi, Baron sul Quattrocento e la loro influenza. La ‘dialettica’ e la ‘filosofia’ del Valla stanno inseparabilmente a indicare il diretto approccio al reale, contrassegnato nel nome generalissimo della res, ‘la cosa’, in quanto il solo ‘nome’ riconoscibile come concetto ‘universale’, scartando come improprie le ‘autorità’, vale a dire le concezioni ‘probabili’ accreditate per tradizione. 53 Cfr. Era la rivendicazione di parte cattolica di un indirizzo di indagine letteraria fin qui trascurato dalla critica di ispirazione desanctisiana e crociana; referente essenziale per Billanovich fu la figura del suo editore, don Giuseppe De Luca, che parallelamente sulla buona erudizione intendeva fondare una storia del sentimento religioso (o ‘della pietà’), scevra di compromissione con le concorrenti istanze modernistiche49. 1-14. 18 Cfr. Chissà se Garin ha ritrovato il senso nei suoi ultimi anni. URL: http://journals.openedition.org/studifrancesi/9395; DOI: https://doi.org/10.4000/studifrancesi.9395. 73-105. 463-471, qui p. 469. La via maestra, ai giorni di Burckhardt (che era al suo tempo un isolato) come al presente è quella di una schietta ricostruzione storica45. 609-610; e C. S. in Diz. È questo un discorso del tutto alieno da colui che intenda esprimersi secondo la più rigorosa verità» (procul abest ab eo qui loqui vult ad exactissimam veritatem)60. 24 Cfr. 32 E. Grassi, Rhetoric as Philosophy. Eugenio Garin (nacido el 9 de mayo de 1909 en Rieti y fallecido el 29 de diciembre de 2004 en Florencia) fue un gran estudioso italiano de historia de la filosofía de Italia y del movimiento renacentista. Questi, nel dialogo De vero bono (De voluptate in prima redazione)57, rigetta in blocco il tradizionale sistema delle virtù e dei vizi, e considera la moralità dal punto di vista, in sé indivisibile e moralmente neutro, dei moventi verso il piacevole o l’utile (tale è per l’appunto la pseudo-epicurea ‘voluptas’, che in un primo momento aveva fornito il titolo al dialogo). R. Fubini, Indagine sul “De voluptate” di Lorenzo Valla, in Id., Umanesimo e secolarizzazione cit., pp. recepita dall’Umanesimo italiano, è riassunta da Eugenio Garin con una espressione molto incisiva. Sicché, a conclusione del dialogo, il personaggio cristiano (quello cioè che estende alla sfera del sacro la nozione della ‘voluptas’), esalta al modo di un sermone gli allettamenti del paradiso, mentre tace ad arte delle pene d’inferno58. Scopri L'umanesimo italiano ; Filosofia e vita civile nel Rinascimento di Garin, Eugenio: spedizione gratuita per i clienti Prime e per ordini a partire da 29€ spediti da Amazon. cit., p. 34; un’analoga squalifica dell’Umanesimo latino è anche in W. Jaeger, Humanism and Theology (1947); cfr. Eugenio Garin (May 9, 1909 – December 29, 2004) was an Italian philosopher and Renaissance historian. Prof.ssa Stefania Zanardi, Lei è autrice del libro Umanesimo e umanesimi.Saggio introduttivo alla storiografia di Eugenio Garin edito da FrancoAngeli: quale importanza rivestono gli studi sulla cultura umanistica e rinascimentale di Eugenio Garin? E tale, per inciso, fu l’indirizzo che egli diede nel dopoguerra alla sua scuola di Monaco, particolarmente attenta all’Umanesimo italiano. Allievo del filosofo Ludovico Limentani, è considerato uno dei più autorevoli storici della filosofia e della cultura dell' Umanesimo e del Rinascimento vissuti nel Novecento, tanto da essere stato paragonato a Jacob Burckhardt da Delio Cantimori . R. Wolin, Heidegger’s Children. 19È questa una visione opposta alla voga corrente, che si è voluto qui sopra illustrare, che nell’esercizio della retorica riconosce il dominio precipuo degli ‘umanisti’. 57 Cfr. Allievo del filosofo Ludovico Limentani, è considerato uno dei più autorevoli storici della filosofia e della cultura dell'Umanesimo e del Rinascimento vissuti nel Novecento, tanto da essere stato paragonato a Jacob Burckhardt da Delio Cantimori. 165-174. Ma in Italia essa incontrò, anche in considerazione del progetto in corso di una traduzione, l’opposizione risoluta di Francesco De Sanctis. Rhetoric as Philosophy, è il titolo di una recente traduzione inglese dei saggi di Grassi32. Che finisce per essere anche un utile manuale di decostruzione del pensiero di un intellettuale di prima grandezza come lo fu Garin. I, pp. Umanesimo e teologia. Per limitarsi a due esempi significativi, al razionalismo empirico, che in sede grammaticale e linguistica aveva ispirato le Elegantiae latinae linguae di Lorenzo Valla, subentrarono i dettami retorici del ciceronianesimo5; per altro riguardo la considerazione critica del mutamento storico, che aveva informato la descrizione corografica dell’Italia illustrata di Biondo Flavio (1453), viene sostituita, giusto un secolo dopo, dalla Descrittione di tutta l’Italia del domenicano Leandro Alberti (1568), che si guarda bene dal riconoscere il debito al predecessore, e indulge, al contrario di lui, alla compilazione e alla leggenda6. 147-148. E demerito è quello di aver semplicemente ignorato un’indagine interna ai testi (latini) del Petrarca e ai loro tutt’altro che scontati contenuti, considerandoli al contrario nell’ottica di un generico classicismo, molto debitore della vecchia, buona ‘ratio studiorum’ di controriformistica memoria. 11 F. Chabod, Gli studi di storia del Rinascimento, in Cinquant’anni di vita intellettuale italiana, 1896-1946, a cura di C. Antoni e R. Mattioli, Napoli 1950, vol. ital.. Humanistische Reden und Vortrdge, Zweite erweiterte Auflage, Berlin 1960, pp. Tedeschi, Firenze 1971, pp. Egli volle con ciò offrire testimonianza di una pura Wissenschaft (esercitata ormai in terra d’America), che si accompagnò altresì a una peculiare interpretazione del fenomeno umanistico. Problemi e ... 1È di recente uscita una raccolta di saggi sintetici, in ambito internazionale, sulle «interpretazioni dell’Umanesimo rinascimentale»1. Nello storicismo, dice Ciliberto, Garin trova la concretezza e la sintesi tra primato della persona e responsabilità morale che aveva sempre cercato. 58 Cfr. 16-57, in particolare pp. Philosophie und bürgerliches Leben in Renaissance, nach dem Manuscript ins Deutsche bertragen von G. Zamboni, Bern 1947. R. Fubini, Umanesimo e secolarizzazione cit., pp. Tale vera e propria lacuna ha radici profonde nella storia, di cui si possono segnalare due momenti essenziali. 66 Fra gli storici italiani è rimasto isolato e pressoché sconosciuto il suggerimento di Gaetano Salvemini, che nel suo ultimo corso di lezioni a Firenze nel 1930 così obiettava ad A. Omodeo: «La coltura illuminista è né più né meno che la cultura del Rinascimento». In Italia, presso la Scuola Normale di Pisa, egli godette parimenti del sostegno di G. Gentile: fu appunto nella collana di testi umanistici, allora fondata da Gentile, che Kristeller pubblicò il Supplementum ficinianum, vasta ricerca delle testimonianze manoscritte di Ficino e del suo ambiente, che rinnovava in modo sostanziale la nostra conoscenza della cultura fiorentina di fine Quattrocento37. Risultato fu il repertorio dell’Iter italicum, che segna una vera data di rifondazione della ricerca sull’Umanesimo38. Studies in Renaissance Thought and Letters. 195-2, In partihus infidelium cit., pp. 137-181; e anche Id., Luoghi della memoria ed antiscolasticismo in Petrarca. Piuttosto che a una categoria astratta, dobbiamo pensare a processi di cultura, articolati anche sui tempi lunghi, le cui connessioni non sempre sono immediatamente percepibili all’occhio dello storico. 326-327. 46 H. Baron, The Crisis of the Early Italian Renaissance. 3-9, 39-51. Vol. La tesi che propone Ciliberto, docente di storia della filosofia moderna e contemporanea alla Normale di Pisa, è la seguente: Garin ha intrattenuto un colloquio con se stesso che lo ha portato a dare risposte diverse alle stesse domande, fino a rovesciare posizioni assunte in precedenza. Riccardo Fubini, «L’Umanesimo italiano. Sull’interpretazione del Burckhardt, cfr. 14 Filosofi italiani del Quattrocento, pagine scelte, tradotte e illustrate da E. Garin, Firenze 1942 («Pubblicazioni dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento»). L’intitolazione di quest’edizione, finora insostituita, è in realtà inesatta. Eugenio Garin L'Umanesimo italiano, filosofia e vita civile nel Rinascimento (1952) Il Problema religioso del Rinascimento, storia della critica e bibliografia. 64 Cfr. 61 Cfr. 12Ma in tal modo – non possiamo esimerci dall’osservare – la benintenzionata ‘verità oggettiva’ di Kristeller non suona meno astratta, meno lontana dal mondo reale degli uomini, del siderale Essere di Heidegger; e così il paradigma riduttivo dell’‘umanista’, in sostanza il didatta dell’antica enkyclios paideia, non suona meno generico di quello anacronistico dell’‘intellettuale’, dedito o meno che fosse alla vita attiva o a quella contemplativa, cultore di uno spiritualismo assoluto alla Pico della Mirandola, o di quell’aspro naturalismo, che Garin giungeva in data tarda a riconoscere in Leon Battista Alberti41. A tale sistema istituzionalizzato di scuola, Petrarca oppone la soggettività umana dei testi, e con essa quella del proprio personale giudizio. 5La sola via che, sulla scorta della rivendicazione nazionale di un ‘primato’ sulla via della modernità, si riallacciò alle tematiche più ampiamente filosofico-culturali dell’età del Rinascimento, fu quella indicata dalla scuola neo-hegeliana, che a partire da Bertrando Spaventa conduce soprattutto a Giovanni Gentile, in un’improbabile combinazione degli assunti anti-finalistici del disincantato Burckhardt, con il teleologismo, da lui deprecato, di matrice hegeliana10. 21Bruni, che, in un periodo storico di profonde trasformazioni politiche, e in primo luogo di crisi ormai inveterata della Chiesa, aveva saputo conquistarsi i suoi spazi di pubblica reputazione e di piena pubblicità dell’opera, rappresentò il più diretto referente per le provocazioni del Valla. Eugenio Garin (Rieti, 9 de maio de 1909 - Florença, 29 de dezembro de 2004) foi um historiador, filólogo e filósofo italiano internacionalmente reconhecido por seus estudos sobre a história cultural da Renascença. Che cosa vuol dire che fu I, Dal Medioevo all’Umanesimo; II, Dal Rinascimento al Risorgimento, Milano 1947. 15La ‘filologia’ di Billanovich, che si estendeva nel campo della storia della cultura, e che mantenne Petrarca come principale campo d’attenzione e di orientamento storico, ha avuto insieme uno spiccato merito, e un altrettanto spiccato demerito. First published in 1952 7 editions. Cito dalla seconda edizione ampliata, Storia della filosofia italiana, Torino 1966, vol. Sulle precise circostanze della sollecitazione di Grassi a Garin, da quest’ultimo rivelate in. Medioevo e Rinascimento by Eugenio Garin. Si tratti di Garin a correttivo dell’idealismo gentiliano, o di Ernesto Grassi a correttivo dell’ontologismo assoluto di Heidegger, o di Kristeller a correttivo dell’ideologismo delle filosofie correnti, tali pur tra sé discordi autori sfociano in una celebrazione della retorica, vale a dire di un discorso che più non sa precisare i propri contenuti. 29 Cfr. R. Fubini, Storiografia dell’umanesimo in Italia cit., pp. La filologia di Billanovich, fondatasi principalmente su di un’agguerrita edizione critica dei Rerum memorandarum libri di Petrarca (1945), si affermò poi con un’impronta decisamente ideologica. Lo scrittoio di Bartolomeo Facio alla corte napoletana di Alfonso il Magnanimo, in Studi su Bartolomeo Facio, a cura di G. Albanese, Pisa 2000, pp. A tanto aveva reagito l’eclettismo nazionalistico del Grassi, giustapponendo – non già contrapponendo – alla mai ripudiata dottrina di Heidegger la facoltà di attingere l’insondabile Essere mediante il linguaggio retorico e poetico di scaturigine umanistica e vichiana31. Camporeale, Lorenzo Valla. E anche la sua prospettiva del Rinascimento cambia di segno. G. Albanese, D. Pietragalia, «In honorem regis edidit». La struttura stessa di The Crisis si ispira direttamente a un saggio di Werner Jaeger (il celebre autore di Paideia), Staat und Kultur del 1932, secondo il quale gli ideali educativi, fin qui individualistici, di Wilhelm von Humboldt avevano trovato la loro perfezione inquadrandosi nei programmi della rinnovata università tedesca e nella corrispondente formazione del buon cittadino48. 65 Cfr. 12 Si cfr. Intento del resto non disatteso da Garin, che con il suo ‘Umanesimo civile’, prevalente ora sulla ‘dignità dell’uomo’, poneva il suo accento sulla prassi, e, per essa, sul suo strumento espressivo, la retorica politica e morale. Né è qui luogo di speculare (ché poco importa dal punto di vista dell’interpretazione storica) se già a questa data alta fosse sensibile in Garin, come poi dichiaratamente nelle Cronache della filosofia italiana (1955), l’ideologizzazione gramsciana dell’«intellettuale organico» e l’idea corrispettiva della «cultura impegnata»23. II, Italian Renaissance Humanism in the Twentieth-Century. M. De Panizza Lorch, Bari 1970. R. Fubini, L’Umanesimo italiano cit., pp. C. Celenza, The Lost Italian Renaissance cit., p. 33. Ora, proprio nella collana filosofica diretta da Grassi in Svizzera (insieme a W. Szilasi) era uscita la Lettera sull’Umanesimo di Heidegger, in risposta al quesito posto da un accademico francese, J. Beaufret, «Comment redonner un sens au mot ‘Humanisme’?»28. I, Lo scrittoio del Petrarca, Roma 1947. Filosofia e vita civile nel Rinascimento, Bari 1932, p. 103. R. Fubini, Petrarca, S. Agostino e gli Agostiniani, in «Medioevo e Rinascimento» cit., XIX / n.s. Un grande classico della storia del pensiero. La sede degli studi rinascimentali – e presente convegno ne è ulteriore conferma – è ovviamente quella internazionale, al di là del rispetto, pur doveroso, delle specifiche tradizioni nazionali. Il libro di Michele Ciliberto, che di Garin è stato allievo, ci offre una guida preziosa. 20Trattando di Umanesimo e Scolastica, quasi dimenticavo di rammentare il mio debito a H. Baron. Sicché a tener banco in materia, fino circa agli anni del dopoguerra, furono da un lato le speculazioni ancora d’impronta gentiliana, e, dall’altro, come si è detto, la filologia e l’erudizione, che, detto per inciso, si stavano prendendo la loro rivincita sulla critica letteraria di matrice desanctisiana e crociana, vicina ormai al suo esaurimento. qui oltre, n. 41. 22Per una tale, determinante svolta epocale, gli esiti più innovativi del primo Umanesimo italiano si prolungarono nei secoli fuori della loro sede primitiva, come si può tangibilmente verificare dalla sede di pubblicazione delle opere. Si veda al riguardo L. Valla, Dialogue sur le Libre-arbitre, Édition critique, introduction et notes par J. Chomarat, Paris 1983. He was recognised as an authority on the cultural history of the Renaissance. 15 E. Garin, Il Rinascimento italiano, Milano 1941 (Istituto per gli Studi della Politica Internazionale). Non esiste soluzione di continuità fra la Rinascenza italiana-europea dei secoli xiv-xvi e l’illuminismo europeo del secolo xviii», ecc. Epistolae, ed O. Besomi, M. Regoliosi, ivi, 1984. Garin, Gli umanisti furono filosofi. Promotore dell’edizione, se non dell’opera stessa, era stata la singolare figura di pensatore e organizzatore culturale di Ernesto Grassi, a cui Garin era apparso la persona idonea sia per le competenze umanistiche, che per essere subentrato a Gentile come storico della filosofia italiana. - Storico della filosofia italiano (Rieti 1909 - Firenze 2004). Sui processi di pubblicazione autorizzata nell’epoca del codice manoscritto, cfr. Filosofia e vita civile nel Rinascimento da Eugenio Garin Copertina flessibile 12,35 € Ma qual è stato il percorso intellettuale che ha portato Garin a interpretare l'Umanesimo come incubatore della modernità? 573-590, in particolare pp. C. Celenza, op. Come si è detto, esso apparve in prima edizione in veste tedesca a Berna nel 1947. P. Donatelli, in Diz. S.I. Sono questi gli anni più fecondi per Garin, quelli più «sereni», gli anni dell'Umanesimo civile, punto d'unione tra libertà del singolo e comunità degli uomini. Annuario del dipartimento di Studi sul Medioevo e il Rinascimento dell’università di Firenze», XVIII / n.s. M. Simonetta, Filosofia e potere: su Ernesto Grassi, in «Intersezioni», XV (1995), pp. Problemi e studi di ieri e di oggi», Studi Francesi, 153 (LI | III) | 2007, 504-515. L'inizio della riflessione di Garin, secondo Ciliberto, si muove tra le sponde di un esistenzialismo religioso. E. Garin, Rinascite e rivoluzioni. lix-lxx, in particolare p. lxvi. È questa una delle più radicali asserzioni dell’assoluto ontologismo del pensatore tedesco, fino al completo ripudio della metafisica razionale classica: «La storia dell’Essere non è né la storia dell’uomo e dell’umanità, né la storia della relazione umana con gli esseri e con l’Essere.